ESISTONO I CANI ASSASSINI?

maggio 12, 2017

La notizia della morte di un bimbo piccolo a opera di due Dogo ha scatenato, come sempre avviene nell’era social, una enorme mole di giudizi estremi, naturalmente dettati dalla pancia piuttosto che dalla conoscenza.
Episodi gravissimi come questo sono rari per fortuna; tuttavia vanno analizzati senza ipocrisia e senza sensazionalismi se vogliamo capire il perché.
Partiamo da un concetto riconosciuto: i cani non uccidono per diletto, anche se nel loro differenziarsi dal lupo hanno affinato comportamenti predatori meno finalizzati alla semplice “caccia per la sopravvivenza”. Un comportamento aggressivo riconosce varie situazioni scatenanti: paura, irritazione, gioco, predazione. Di per sé l’aggressività, in quanto istinto, non ha connotazioni positive o negative, non è “quantificabile”; ciò che bisogna osservare e misurare è la “sequenza comportamentale” dell’aggressione, ovvero il comportamento messo in atto a fronte di uno stimolo scatenante. Un comportamento aggressivo può essere normale o patologico; tuttavia non è detto che un comportamento “normale” non provochi danni anche gravi: se un cane di grossa taglia, per di più con una leva boccale corta e quindi molto potente, infligge una punizione “etologicamente” corretta a un altro soggetto, probabilmente non arrecherà alcun danno a un cane della stessa razza o taglia mentre se la vittima è un bambino, oltre tutto in “tenera” età, gli effetti potranno essere devastanti.
A questo punto dobbiamo far entrare in gioco l’educazione di un cane, di qualsiasi razza o taglia, che ha vari momenti, ambienti e attori: mamma cagna nei primi 40 giorni di vita, gli umani che lo allevano dai 40 giorni al momento dell’ingresso in famiglia, il branco famigliare dai due mesi circa in avanti. Tutti questi momenti e figure hanno un’importanza enorme nel caratterizzare il comportamento in età adulta. Un cucciolo nato da una cagna e in un contesto “sano”, correttamente socializzato, adeguatamente educato anche in relazione alla razza, diventerà un adulto “consapevole”, quindi in grado di modulare il proprio comportamento a seconda del contesto, capace di gestire la frustrazione senza manifestazioni aggressive e di adeguare le risposte a seconda di chi si trova davanti.
Il Servizio Veterinario dell’ASL TO3 è un osservatorio privilegiato della direzione in cui sta andando il rapporto con gli animali, e con i cani nello specifico: Mario Marino ed io ci occupiamo spesso di cani ad aggressività non controllata e i contesti di aggressione sono soprattutto quelli familiari, che riconoscono tra le cause un’educazione sbagliata, i bisogni a senso unico, l’assoluta ignoranza (non conoscenza) dell’etologia del cane.
E’ il caso di riflettere a fondo…

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