Il cibo è sicuramente la risorsa sociale che caratterizza maggiormente una buona relazione con il nostro compagno a quattro zampe, fermo restando che tutte le risorse sono importanti. Non è infrequente che i proprietari lamentino uno scarso interesse del cane nei confronti della pappa o dei bocconcini usati come premio, giustificando tale indifferenza con la scarsa appetibilità del cibo proposto; chiariamo subito un concetto fondamentale: qualsiasi cane in buona salute e correttamente educato ha sempre fame, che lo alimentiamo con crocchette o filetto di prima scelta! Questa sorta di “fame atavica” ha un preciso significato, da ricercare nelle dinamiche sociali della specie originaria, il lupo, dove l’accesso alla fonte alimentare avviene secondo un rigido schema gerarchico che vede gli individui di alto rango mangiare per primi mentre i gregari attendono più o meno pazienti di potersi sfamare. Tuttavia questo non vuol dire che il leader mangi di più e il gregario di meno, semmai vale il contrario; è piuttosto una sorta di consapevolezza sulla disponibilità di tale risorsa.
La forte valenza sociale del cibo comporta una notevole ritualizzazione del pasto, che deve essere gestita correttamente dai proprietari. I cani sono animali abitudinari, pertanto la pappa dovrebbe essere somministrata per quanto possibile agli stessi orari. Sfatiamo innanzitutto il mito che il cane deve mangiare dopo di noi per questioni legate alla gerarchia: non ha assolutamente importanza se, per motivi di comodità, il pasto del cane è somministrato prima della nostra colazione, del pranzo o della cena mentre risulta fondamentale un rituale corretto. Il momento del pasto è importante perché, se ben organizzato, stabilisce le giuste gerarchie e consolida il rapporto tra noi e il nostro compagno a quattro zampe.
Da un punto di vista pratico la ciotola va preparata preferibilmente al cospetto del cane senza tuttavia dargli attenzioni, specie se tende ad agitarsi in presenza del cibo; in questi casi è bene chiedere al cane il “seduto” per abituarlo a un approccio calmo. Quando la pappa è pronta ci si avvicina al luogo destinato al pasto, si chiede nuovamente il “seduto” e si appoggia la ciotola a terra; se il cane è troppo eccitato e tende ad avventarsi sul cibo dobbiamo aspettare che si sia calmato prima di posare la ciotola.
Ci sono cani che fin da cuccioli si dimostrano eccessivamente famelici: si tratta anche di una prerogativa di razza poiché Golden e Labrador Retriever, ad esempio, manifestano maggiormente questa propensione a fare “l’aspirapolvere” ovvero a ingurgitare il cibo aspirandolo anziché masticandolo. In questi casi è bene correre ai ripari per evitare rigurgiti, vomito, soffocamenti e problemi gastrici, ricorrendo a particolari ciotole studiate specificatamente per cani voraci, dotate all’interno di rilievi pronunciati che impediscono al cane di trangugiare porzioni di crocchette o bocconi troppo voluminosi.
Dopo aver accordato al cane l’accesso al cibo è buona norma allontanarsi e disinteressarsi al suo pasto; molti proprietari fanno l’errore di guardare il cane mentre mangia ma questo comportamento è etologicamente non corretto perché tipico di un gregario anziché del buon leader. E’ necessario concedere al cane un tempo adeguato per consumare il pasto senza interruzioni o distrazioni varie: se si allontana dalla ciotola prima di aver terminato tutto il cibo, questa va sistematicamente tolta e riproposta solo al pasto successivo.
Stesso discorso vale per i bocconcini dati dalle nostre mani: devono essere considerati premi per un comportamento gradito o concessioni una tantum e non la regola alle frequenti richieste del cane quando siamo a tavola. Durante i nostri pasti è corretto che il cane rimanga tranquillo in cuccia e non venga abituato a questuare.
Nel prossimo articolo continueremo a parlare di risorse sociali e affronteremo l’argomento “spazi”.